Brindisi Jaddico – Santa Maria Madre della Chiesa
Brindisi, Jaddico (BR) – Santa Maria Madre della Chiesa
Ubicazione: SS379, km 36, 72100 Brindisi BR, Italia

Il Santuario

Questa chiesa, come attualmente la vediamo, fu costruita negli anni 1963-65 ed è stata benedetta e dedicata a “Maria Madre della Chiesa” l’ 8 dicembre 1965, quattro ore dopo la chiusura del Concilio Vaticano II°, che aveva messo in risalto questo titolo. Il Vescovo di Brindisi l’ha elevata a SANTUARIO l’ 8 dicembre 1990. Esisteva in questa località, chiamata Jaddico, una chiesa che la storia riporta come frequentata assiduamente fino al 1777, che era appartenuta all’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme (da Brindisi le navi crociate partivano per la Terrasanta) poi terremoti, guerre o incuria della gente, andò distrutta. Non è facile affermare con certezza a quale epoca appartenga la chiesetta distrutta; ma un documento datato 1777 e conservato presso l’Archivio di Stato di Brindisi, apre uno spiraglio sulla sua storia.

Nel 1962 era rimasto di questo edificio sacro solo un muro fatiscente, quello che attualmente è incorporato nella nuova chiesa, con un affresco raffigurante l’immagine della Beata Vergine Maria che cinge il Bambino e con la mano sinistra regge un gallo, da qui il nome alla contrada (Gallico, Jaddico in dialetto).

E’ ciò che rimane di un’antica chiesa, collocata ai margini della vecchia Via Traiana, unitamente ad alcuni segmenti di colonne barocche a tortiglione con capitello, di cui due sostengono l’attuale “mensa”, ed un terzo è utilizzato oggi come base per l’ambone. Questo muro oggi è incorporato nel santuario dedicato alla Vergine Maria, Madre della Chiesa.

Qui, la notte del 27 m, l’antico affresco miracolosamente conservatosi sulla parete del rudere e raffigurante la Madonna col Bambino in braccio, si illuminò per l’ultima volta di luce soprannaturale, mentre un dolce profumo misterioso si liberava nell’aria primaverile. Alcuni testimoni di quell’episodio sono ancora vivi, e oggi raccontano la loro straordinaria esperienza nel numero di aprile di Ventisette, il foglio di informazione del santuario, redatto dai Padri Carmelitani Scalzi custodi del santuario. Tutto aveva avuto inizio nel 1962. La vigilia dell’Assunta, un cinquantenne vigile urbano di Brindisi, Teodoro D’Amici, portò per la prima volta dei fiori e dei lumini davanti a questa immagine.

Fu spinto da un sogno, che si ripeté per tre volte. Sognava di trovarsi in quel luogo e di sentire una voce femminile insistente: “portami ceri e fiori”. Altri sogni premonitori invitarono Teodoro e con lui la gente a venire a pregare di notte davanti a questo muro che per tredici volte si illuminò misteriosamente. Teodoro vide diverse volte il quadro animarsi, sentì più di qualche volta, in sogno o in preghiera davanti all’affresco, la voce della Madonna che l’ 8 settembre 1962 gli apparve dietro il muro con le mani allargate dalle quali partivano dei raggi luminosi. Molti furono i testimoni di questa come delle altre illuminazioni che si irraggiavano per tutta la campagna.

L’evento più clamoroso avvenne dunque il 27 maggio 1963, alle undici e mezzo di sera, quando tutta la zona, dopo un silenzio irreale, fu inondata di una luce intensissima che dalla chiesa, appena edificata, si alzava verso il cielo.

Ancora oggi il viaggiatore che si ferma a pregare a Jaddico è colpito dal particolare silenzio che si respira nel santuario, mentre il libro dei pellegrini posto all’ingresso raccoglie ad ogni ora del giorno e della notte le invocazioni alla Vergine e i ringraziamenti per le tante grazie ricevute, piccole o grandi che esse siano.

Teodoro D’Amici è il 15 luglio 1993, vigilia della festa della Madonna del Carmine.

Poche cose si sono sapute dei suoi rapporti con Maria. Quanti? Come? È un segreto che si è portato con sé. Ha voluto costruire questa chiesa a proprie spese almeno fino alla copertura, per ubbidire alla Madonna che sembra gli abbia chiesto di “coprire il muro”, ha cercato e trovato poco lontano dell’acqua che la Madonna avrebbe chiamato “l’acqua mia”, con la quale oggi ci possiamo bagnare davanti a un monumento sulla destra del piazzale antistante il Santuario. Ha pregato e fatto pregare soprattutto con il Santo Rosario.

Dal 1986 il Santuario è assistito dai Padri Carmelitani Scalzi che offrono a chi viene la loro spiritualità tesa alla contemplazione con Maria e come Maria. Una cittadella mariana ospita chi vuole andare a Gesù per mezzo di Maria in questo luogo di preghiera.

Il Santuario è aperto notte e giorno e sempre numerose sono le persone che vengono a pregare. Sono rari i pellegrinaggi di pullman, mentre è continuo l’afflusso di gente, soprattutto uomini, che silenziosamente sostano con le loro auto davanti al piazzale ed entrano per affidare al Signore i segreti del proprio cuore.

All’ingresso c’è un grande Crocefisso che attira l’attenzione. Non si può rimanere indifferenti davanti al sacrificio di Gesù. La consueta acquasantiera ci fa bagnare con l’acqua del battesimo e rinnova in noi la purificazione e la santificazione. Poi lo sguardo, e quindi la fede, ci portano in avanti verso il basso, dove ammiriamo qualcosa di originale in confronto a tutte le altre chiese. Dobbiamo scendere diversi gradini per trovarci davanti ad un alto muro, un avanzo di una vecchia costruzione, un enorme portale diroccato, massiccio e fatiscente, dove al centro ammiriamo un’immagine che porta i segni di un intonaco corroso dal tempo: è la Madonna di Jaddico. Si tratta di un affresco raffigurante la Vergine Santissima con in braccio Gesù, nelle fattezze di un bimbo biondo. Con una mano Maria sorregge e quasi guida il divino bambino a benedire, con l’altra sorregge, in un misto di colori sbiaditi e poco marcati, un gallo che sembra accarezzato dalla manina di Gesù. Maria appare come una mamma non giovanissima, intenta a fissare, con i suoi grandi occhi materni, chi le sta davanti. La stessa bocca chiusa ed accorciata dal logorio del tempo, sembra invitare alla contemplazione silenziosa del Figlio. E’ Maria che ci porta a Gesù. E’ Maria che continua ad offrirci Gesù e, non a caso, sullo stesso rudere, poco a fianco dell’immagine, è stato incassato un tabernacolo, che contiene la presenza reale di Dio nell’Eucarestia.

Il Santuario è abbellito da artistiche vetrate dipinte da artisti del luogo. Sul piazzale, nell’artistico monumento che ci descrive il miracolo delle Nozze di Cana, l’acqua della madonna di Jaddico, è un segno della benevolenza di Maria che chiede a Gesù le grazie mentre a noi ripete: “Fate tutto quello che vi dirà”.

Nel giardino del santuario, una artistica e suggestiva “Via Crucis secondo il Vangelo” e i bellissimi misteri del santo Rosario, accompagnano il pellegrino nella meditazione e nella preghiera (Tratto da http://www.reginamundi.info/santuari/jaddico.asp).