Diario cronologico di Giuseppina, moglie di Teodoro, sugli avvenimenti dell'apparizione della Madonna a Jaddico.

Giuseppina Cassano nasce a Smirne, città della Turchia, oggi meglio conosciuta con il nome di Izmir. I genitori di Giuseppina professano la religione cattolica; il suo papà, infatti, Costantino Cassano, era originario di Barletta, in provincia di Bari, e la sua mamma, Teresa Serra, dell’isola di Malta, di nazionalità inglese.

Quattro giorni dopo la sua nascita, avvenuta l’1 agosto 1918, viene battezzata nella Parrocchia del SS. Rosario dai Padri Predicatori di Smirne, nel quartiere Alsacak (Punta).

Frequentò le scuola presso le suore francesi, a poca distanza da casa sua. Per questo motivo, fino agli ultimi mesi di vita, alcune sue preghiere le recitava in francese.

Nel 1935 la famiglia decide di lasciare la Turchia per venire in Italia, a Barletta, dove conosce Teodoro, con il quale si sposa e viene a vivere a Brindisi.

Trascriviamo qui di seguito il diario della signora Giuseppina in maniera integrale, con anche gli errori poiché ella, come già detto, non è di madrelingua italiana.


Teodoro vide al suo sogno la Madonna che lo invitava per la mezzanotte a recarsi sul posto (a Jaddico), portando fiori e candele.

La mattina quando si svegliò non fece caso a ciò che aveva sognato, e ciò si ripeté per altre 2 volte. Il terzo giorno, disse fra sé che strano il ripetersi dello stesso sogno, per tre notti, così l’11 agosto 1962 decise di andare a quel luogo. Anziché recarsi a mezzanotte, andò verso le ore 22,30, ed invitò con lui il sig. Martinelli. Quando mi sono accorta che andava via da casa, mi sono avvicinata a lui ed ho visto nella sua macchina un mazzo di fiori, non sapendo dove andava pensai che quei fiori erano destinati tutt’altro che alla Madonna. Rientrando a casa vidi sul calendario che ricorreva la festa di Maria Assunta.

Quando mio marito ritornò feci delle domande: “Dove hai portato quei fiori?”, lui non volle rispondermi, così nacque una lite. Andammo a letto, non riuscii a dormire, verso le ore 2 sentii Teodoro D’Amici i sogni, ma prima dei suoi i sogni di San Giuseppeoro parlare nel sonno, dicendo: “Madonna mia, sei stata contenta?, vuoi altri fiori e candele?, a mezzanotte? per il giorno 20?, te li porterò Madonna mia.

Fu così che capii tutto.

Poiché Teodoro non aveva voluto spiegarmi dove portava i fiori, tenni il segreto anch’io per tutto ciò che avevo sentito nel suo sogno.


Giorno 20 agosto del 1962.

Teodoro giorno 20 invitava nuovamente il signor Martinelli a recarsi sul luogo. Martinelli si rifiutava, trovando delle scuse. Io intervenni e mi prestai di accompagnarlo. Facemmo tutta la strada in silenzio, e giunti sul posto, Teodoro scese per deporre i fiori e candele. Io rimasi nella macchina, improvvisamente vedemmo tutto il luogo illuminarsi di una luce indescrivibile con riflessi su tutta la campagna. Abbagliato dalla luce divina Teodoro si inginocchiò e piangendo disse: “Madonna mia dimmi cosa vuoi da me? tutto ciò che vuoi, mi farò servo tuo per accontentarti.”

Questa luce durò circa 7 – 8 minuti, poi scomparve. Teodoro ritornava verso la macchina tutto affannato, sudato, quasi non poteva mantenersi in piedi e per 15 minuti rimase nello stesso stato.


Giorno 26 agosto del 1962.

Poi giorno 26 agosto Teodoro fece un altro sogno (nel pomeriggio), ricevendo un invito dalla Madonna per la mezzanotte dello stesso giorno. Questa volta la nostra famiglia e quella del Martinelli con due macchine andammo sul posto. Eravamo 7 persone. Appena Teodoro uscì dalla macchina il muro si illuminò, e così rimase per il tempo che durò la breve preghiera ai piedi della Madonna. Anche questa volta Teodoro ebbe gli stessi sintomi della volta precedente. Si sentiva tanto male.


Giorno 30 agosto del 1962.

Giorno 30 agosto fece un altro sogno. Sognò un gran temporale con pioggia, tanto che Teodoro dovette ripararsi sotto il muro. In quel momento, vide passare un Cardinale su di un cavallo bianco, il quale dopo aver salutato la Madonna con l’appellativo di Maria Assunta, Le disse: “L’altra volta fui io a costruirti la chiesa, questa volta invece sono di passaggio e non posso costruirtela.”


Giorno 31 agosto 1962

Anche questa volta le due famiglie D’Amici e Martinelli con anche il padre e la madre della signora Martinelli, precisamente nove persone con due macchine ci recammo sul posto (a Jaddico). Appena arrivati Teodoro cominciò come il solito a sentirsi male. Piangeva ed era lui il primo che vedeva la luce. Diceva gridando ecco la Madonna (l’affresco della Madonna) si è illuminata. Immediatamente gli si piegarono le ginocchia, dopo pochi minuti anche tutti noi vedemmo la luce. Era una luce meravigliosa di tanti colori: giallo, arancione, dorato. Tutta la zona sembrava fosse in pieno giorno. In quei momenti sembrava che tutto il mondo si fermasse, nessuna persona, nessuna macchina passava, il vento si calmava di colpo, questo durava per tutto il periodo che la Madonna (l’affresco raffigurante la Madonna) rimaneva illuminata.


Giorno 4 settembre 1962

Le solide due famiglie ci recammo a Jaddico senza che Teodoro fosse stato invitato dalla Madonna attraverso un sogno. Fu solo lui a vedere il busto della Madonna sporgere dal quadro, e muovere gli occhi mentre tutti noi recitavamo le preghiere.


Giorno 6 settembre 1962

Teodoro vide al suo sogno, che andava a fare una visita alla Madonna. La Madonna lo attendeva nella stradetta che si presentava guasta (rotta) e piena di spine. La Madonna gli disse: “Figlio mio ho tanto freddo, ho bisogno di essere coperta.”


Giorno 7 settembre 1962

Andammo a Jaddico, eravamo 11 persone.

Teodoro si avvicinò al quadro della Madonna, in quel momento sentì un rumore provenire da dietro il muro. Incuriosito volle affacciarsi dietro il muro per capire cosa avesse provocato quel rumore. Vide su di un tufo la Madonna in piedi, con le mani aperte all’ingiù. Dalle mani uscivano dei raggi luminosi. Di colpo lui si inginocchiò, si mise le mani in faccia e piangendo recitava l’Ave Maria. In quel mentre sentiva dire della Madonna: Figlio mio tutto ciò che vedrai tu, non possono vedere anche gli altri, cerca dell’acqua mia e la troverai.” Tutti noi presenti vedemmo soltanto i raggi che uscivano della Madonna, la zona era tutta illuminata. Appena scomparve la Madonna diventò tutto buio, e Teodoro rimaneva male circa per 15 – 20 minuti.


Giorno 30 settembre 1962

Teodoro vide al suo sogno che la Madonna gli diceva: “Ho bisogno di una casa, mi trovo esposta alle intemperie, non sopporto più questa situazione.” Inoltre gli faceva vedere il muro che era pericolante e tutto tremante che stava in precipizio per crollare. La Madonna cercava aiuto.

L’indomani mattina facendo una visita alla Madonna trovammo il muro lesionato. Immediatamente Teodoro si consigliò con il geometra e senza perdere del tempo fece un pilastro sul fianco del muro per sostenerlo.


Giorno 2 ottobre 1962

Eravamo 15 persone.

Ci recammo a Jaddico per recitare il S. Rosario. Appena arrivati sulla strada asfaltata, Teodoro si senti male. Entrava in estasi. Fu il primo a vedere il muro miracolosamente illuminarsi. Lo vide oscillare e tremare. Teodoro piangeva e gridava tutto ciò che vedeva. Dopo pochi minuti assistemmo anche noi tutti alla illuminazione del muro. Pensavamo che il muro dovesse crollare per quanto tremava. Tutto questo durò per circa due – tre minuti. Dopo diventò tutto oscuro e buio. Molti dei presenti erano in lacrime e supplicando la Madonna si chiedeva la sua grazia di cui si aveva bisogno.


Giorno 10 ottobre 1962

Verso le 17,15 Teodoro con la sua macchina si dirigeva a Jaddico. Strada facendo vide nel cielo una immensa nube a forma di croce, che lo accompagnava. Tutto questo iniziò dalla Saca (Questa ditta oggi non esiste più. Ci troviamo a breve distanza dalla fontana Tancredi.) e fino a Jaddico. Appena arrivato la croce scomparve.

Teodoro questa volta ebbe una emozione tanto forte da non riuscire a guidare la sua macchina per tornare a casa. Due fedeli che si trovarono sul posto, lo accompagnarono in macchina sino alla sua abitazione.


Giorno 17 Ottobre 1962

Teodoro vide nel suo sogno che alcuni operai stavano scavando le fondamenta della Chiesa. Mentre assisteva ai lavori schizzò della calce che andò a colpire i suoi occhi. Sentì un grande bruciore come se corresse il rischio di perdere la vista. Chiese aiuto ad uno operaio, ma proprio in quel momento comparve la Madonna che gli disse: “Vai da quella parte dove c’è “l’acqua mia” e lavati gli occhi che tutto ti passerà,” e mentre diceva tutto questo, con la mano gli indicava la direzione. Il giorno dopo Teodoro iniziò le ricerche dell’acqua.


Giorni 22 e 23 ottobre 1962

Per due giorni consecutivi mentre pregava inginocchiato davanti al muro, Teodoro vide la Madonna che si sporgeva dal quadro, come se volesse parlargli.


Giorno 29 ottobre 1962

Erano le dieci di sera, eravamo 15 persone.

Teodoro si trovava vicino al quadro della Madonna, era inginocchiato e piangeva, diceva di vedere la Madonna che sporgeva dal quadro. In quel momento io e mio figlio Tonino ci siamo avvicinati e abbiamo visto anche noi, tutto intorno al quadro della Madonna, posizionati in maniera ovale, i 15 Misteri illuminati di tanti colori.

Giorno 5 novembre 1962

E’ notte, sono presenti 16 persone.

Dopo la recita del S. Rosario, ci siamo spostati dalla protezione di legno sistemata nei pressi del muro e abbiamo raggiunto la strada asfaltata per recitare alle 15 Ave Maria e una Salve Regina. Improvvisamente Teodoro che già avvertiva qualcosa, che anche questa volta era trepidante e sudato, vide illuminarsi il muro di una luce splendente con raggi lunghi che riempivano tutta la zona. Udì la voce della Madonna che diceva: “Quello che vedi tu, non tutti possono vedere, cerca l’acqua mia e la troverai.”

Teodoro nel vedere la luce che era così bella, delicata e soave, ebbe una forza soprannaturale.

Si precipitò ai piedi del muro (in linea retta, superando il dislivello che aveva di fronte a sè. ndr) recitò qualche Ave Maria, e fece ritorno sulla strada per intraprendere la recita della seconda preghiera. Appena Teodoro ritornò, la luce scomparve immediatamente, e fu vista da tutti i presenti, i quali erano meravigliati e stupefatti del miracolo che era accaduto e che era durato circa 4 – 5 minuti.

Nei giorno che seguirono Teodoro cercò incessantemente l’acqua indicata dalla Madonna, perlustrando la zona e cercandola anche in mezzo al fango del canale lì vicino.


Giorno 21 novembre 1962

Dopo tante ricerche Teodoro trovò l’acqua sotto al ponte, sopra il quale scorre la superstrada. L’acqua sorgeva da un blocco di cemento ed erano visibili quattro zampilli. Teodoro era tutto felice e mentre invocava la Madonna con le mani uniti prese l’acqua e si lavò il viso, si lavò la testa e la bevette. Dal giorno seguente tutti i fedeli andarono a bere l’acqua e prenderla con i recipienti per portarla agli ammalati.


Giorno 8 dicembre 1962

Sino a questo giorno la Madonna rimase in silenzio. Teodoro non fece nessun sogno, ma promise alla Madonna che in occasione della festa dell’Immacolata si sarebbe recato a Jaddico a mezzanotte del 7 e dell’8 dicembre, anziché alle ore 20,30 così come era solito fare tutte le sere.

A mezzanotte dell’8 dicembre vi erano a pregare venticinque persone. Teodoro subito dopo la recita del S. Rosario si sentì male, piangeva con singhiozzi, sudava e stava per cadere per terra, quando due fedeli lo sorressero subito. Successivamente si riprese, infatti fu in grado di guidare la propria macchina per recarsi con tutti noi di famiglia dalla capannina di legno dove si diceva il rosario, sin sulla strada asfaltata.

Qui giunti, verso la fine della preghiera, Teodoro riprese a sudare ed improvvisamente vide il muro illuminarsi e contemporaneamente ad alta voce rendeva partecipi noi tutti, 25 persone videro la stessa luce e lo stesso splendore indescrivibile, per la durata di circa un minuto.


Giorno 25 dicembre 1962

Molti fedeli si riunirono di fronte al quadro della Madonna per recitare il S. Rosario. Erano le 19,30. Il tempo era rigido e pioveva a dirotto, impedendo a Teodoro di inginocchiarsi, come sempre faceva, ai piedi della Sacra Immagine. Teodoro stava assieme a tutti noi fedeli sotto la protezione di legno sistemata di fronte al rudere sul quale c’è l’affresco della Madonna, e con noi recitava il S. Rosario. Erano le ore 20.30, ed eravamo quasi alla fine delle preghiere, quando un raggio luminoso, colpì Teodoro in pieno, rendendolo impotente a muoversi. Subito dopo Teodoro ebbe una forza soprannaturale e in estasi si mosse guidato dal fascio di luce in direzione del rudere. La figlia Tina, vedendo suo padre muoversi ad occhi chiusi, preoccupata, ha tentato di trattenerlo, ma Teodoro svincolatosi con energia, ha proseguito più in fretta, fino a raggiungere il suo posto abituale dove tutte le sere era solito recitare le preghiere. Lì rimase per un po’ di tempo immobile, con gli occhi fissi avanti a se, in direzione del dipinto raffigurante la Madonna, e poi avvilito ed abbattuto ritornò tra tutti noi fedeli dicendo: “Dobbiamo pregare molto, ed amare la Madonna. “Il raggio di luce del quale abbiamo parlato, questa volta non fu visto da tutti i presenti, fu solo lui a vederlo.


Giorno 31 dicembre 1962

Quella sera dietro l’invito di Teodoro, alle ore 23,15 ci siamo recati a Jaddico per recitare il S. Rosario. Eravamo circa 33 fedeli. Abbiamo lasciato gli svaghi della notte di capodanno per andare a pregare ai piedi della Madonna. Ringraziavamo per l’anno che era trascorso, nello stesso tempo aspettavamo l’anno nuovo. Allo scoccare delle ore 24 tutti eravamo immersi nella più fervida preghiera, quando dalla città sono giunti alle nostre orecchie il fischio delle sirene, annunzianti il nuovo anno. Nei nostri cuori è passato un fremito di commozione, pur trovandoci a quell’ora in un luogo così solitario, però tanto bello. Nessuno ebbe modo di distrarsi, anzi la nostra fede si rafforzò, e le nostre preghiere aumentarono per la S.Vergine. Questa nostra grande devozione alla Madonna ci fu largamente ricompensata da Lei stessa, perché vedemmo illuminato ancora una volta il rudere in cui è dipinta la sua immagine, inebriando i nostri occhi della Sua luce divina. Tanto intensa era questa luce che avvolse ancora una volta il rudere che porta l’immagine della Madonna, inoltre illuminò anche la capanna dove era adagiato il Bambino Gesù, erano le ore 0,30 del nuovo anno 1963, anno che iniziava sotto i migliori auguri con la benedizione della Madonna.


Giorno 18 gennaio 1963

Teodoro sogna di recarsi a Jaddico alle dieci di mattina.

Strada facendo sulla strada principale del rione Paradiso (che porta a Jaddico), vede una signora che a piedi si dirige nella sua stessa direzione. Dopo averla superata, dallo specchio retrovisore si accerta che fa la sua stessa strada. Pensa di rallentare ed aspettare, per chiedere se avesse bisogno di un passaggio. Appena giunta, le chiede se vuole un passaggio che la signora accetta, per cui la fa sedere affianco a lui. Mentre proseguono con la macchina la signora dice a Teodoro: “Sai figlio mio, da questa parte mi stanno costruendo una casa. “Teodoro le risponde: “Stia attenta che alcuni muratori sono un po’ imbroglioni.” E la signora: “Chi mi sta facendo la casa è una brava persona, segue sempre da vicino tutti i lavori. “Teodoro le racconta che anche lui, da quelle parti, stava costruendo. Si trattava di una chiesa e aggiungeva: “Speriamo che la Madonna mi dia la forza e la possibilità di finirla.” La signora appoggiandogli la mano sulla spalla: “Non ti preoccupare figlio mio, tu credi che la Madonna non ti aiuterà? Ovunque andrai ti proteggerà, ed il suo aiuto non ti mancherà mai.” Arrivati al bivio Teodoro ferma la macchina e dice alla signora: “Io vado per questa stradetta, vuole scendere qui?” La signora risponde che prosegue con lui. Arrivati vicino all’ingresso della chiesa, dove è posta la protezione di legno, dove trova riparo chi la sera va a pregare a Jaddico, Teodoro scende dalla macchina, e dopo avervi girato intorno va per aprire lo sportello, ma nota con sorpresa che la Signora non c’è più.


Giorno 20 gennaio 1963

Teodoro sentì la necessità di andare a Jaddico domenica 20 gennaio alle ore 22.00, in seguito al sogno che abbiamo appena letto. Eravamo presenti circa 40 persone. Eravamo tutti raccolti sotto la solita baracca, soprattutto perché il tempo era piuttosto rigido e piovoso. Nel corso della recita del S. Rosario un aroma inebriante di misteriosa provenienza avvolse l’atmosfera tutt’intorno, mentre Teodoro distaccato da tutti noi, era inginocchiato presso il rudere raffigurante l’immagine della Madonna. Terminata la recita del S. Rosario, Teodoro cominciò ad accusare uno strano malessere, poi tutti ci portammo sulla strada asfaltata per la recita delle quindici Ave Maria come eravamo soliti fare. Al termine della preghiera, recitata in profondo raccoglimento, Teodoro improvvisamente con voce, tremante e piangente, anticipò ad alta voce con un grido che una luce intensa soprannaturale nasceva dal rudere e si spandeva a largo raggio per tutti i dintorni. Subito dopo il suo annuncio, anche noi tutti vedemmo il meraviglioso miracolo. Teodoro con i suoi risparmi iniziò i lavori delle fondamenta, necessarie per la costruzione della chiesa. In un paio di mesi le fondamenta furono ultimate.


Giorno 23 gennaio 1963

Teodoro sogna di essere l’organizzatore di una grande festa che si teneva in una vasta sala. Molti erano gli invitati che accorrevano, e molti di essi giungevano senza alcun invito. Teodoro cominciava perciò a preoccuparsi temendo di non poter accogliere tutti. La sala infatti cominciava a gremirsi di gente tanto da non poterla più contenere agevolmente. In quel mentre al centro della sala, si fece notare una signora che parlando dolcemente a Teodoro disse: “Come mai non hai saputo regolarti nel prendere questo locale? Molta gente è ancora fuori che attende di entrare e molte altre persone verranno ancora anche dall’estero, come faranno ad entrare?” Il giorno dopo, al mattino, Teodoro raccontò ai suoi familiari e ai suoi più vicini amici di Jaddico, il sogno che aveva fatto, poiché non riusciva lui stesso a dare una giusta interpretazione del sogno. Quella stessa mattina Teodoro si recò con alcuni suoi amici alla Curia Arcivescovile per dire loro che le fondamenta dell’erigenda Chiesa erano state ultimate e che presto avrebbero iniziato con la costruzione delle pareti perimetrali. Nell’osservare il progetto che Teodoro aveva presentato, la Curia ebbe da ridire sulla posizione del quadro della Madonna rispetto alle fondamenta, in quanto un domani a costruzione ultimata della Chiesa, detto quadro non sarebbe risultato al centro di essa. Mortificato per la grande spesa già sostenuta Teodoro decise nuovamente di rifare le fondamenta annullando le precedenti. Con le nuove fondamenti il quadro della Madonna fu posto a centro di esse ed inoltre così facendo la chiesa venne ad essere più spaziosa.


Giorno 12 febbraio 1963

C’era Teodoro, i suoi familiari e complessivamente quella sera erano presenti circa 48 persone. Ci recammo tutti a recitare con fervore le preghiere. Tra le persone presenti vi erano 4 vigili urbani, un assessore, il medico dentista Pezzuto e famiglia, il geometra Iaia e famiglia, un professore di lettere, ed altra gente venuta per la prima volta. Alcuni di questi ultimi non credevano su ciò che avevano sentito dire da altri circa le precedenti apparizioni della Madonna che si erano verificati in quel luogo. Ad un tratto Teodoro sussultò, e come altre volte annunciò ai presenti l’apparizione della luce divina. Dopo pochi istanti tutti i presenti videro anch’essi la meravigliosa luce, e gli increduli ebbero modo di ricredersi e piangendo inginocchiati, anche loro pregarono con grande fervore.


Giorno 25 Aprile 1963

Come tutte le sere immancabilmente Teodoro con noi suoi familiari ed altri fedeli, anche quella sera ci recammo alla Madonna, in campagna, per recitare il S.Rosario. Alla fine della preghiera come al solito ci spostammo sulla strada asfaltata per recitare le 15 Ave Maria. Erano le ore 23,00. Ad un tratto Teodoro cominciò ad essere impaziente, cioè fuori di sé, ebbe sintomi di evidente malessere. Questo succedeva ogni qualvolta che stava per avverarsi qualcosa. Infatti egli vide subito illuminarsi la chiesa. In quel mentre si sentì spingere da una mano invisibile, che appoggiata sulla sua schiena lo spingeva automaticamente verso il muro della Madonna, egli vi arrivò in un lampo, senza poggiare piede alcuno su una striscia di terreno, il quale era fortemente accidentato ed impraticabile. C’erano pozzanghere, cumuli di rifiuti, terreno scosceso, disseminato di alberi abbattuti in precedenza allo scopo di pianificare il terreno. Eravamo circa sessanta persone, rimanemmo tutti meravigliati del miracolo quasi da non poter credere a ciò che avevamo visto i nostri occhi. Dopo circa cinque minuti visto che Teodoro non tornava siamo andati a raggiungerlo, per fare ciò, fummo costretti a fare un percorso differente da quello che aveva fatto Teodoro. Appena arrivati vedemmo Teodoro inginocchiato davanti al quadro della Madonna che la invocava piangendo. Uno di noi volle aiutarlo ad alzarsi, ma lui restando sempre inginocchio disse: “Appena sono arrivato qui ho visto al mio fianco, presso l’inginocchiatoio un vecchietto con la barba bianca che mi attendeva. Nell’inginocchiarmi aveva appoggiato il suo braccio al mio sin da toccarmi.”


Giorno 27 maggio 1963

Alle ore 23,00 eravamo tutti riuniti perla recitava del S. Rosario, quando nel mezzo delle 15 Ave Marie Teodoro iniziò a manifestare segni di evidente malessere come gli succedeva ogni qualvolta che stava per avverarsi qualcosa di divino. Infatti mentre noi tutti pregavamo sulla strada asfaltata, Teodoro annunziò ai presenti l’apparizione della luce divina, e dopo pochi attimi, anche noi tutti circa 60 persone, vedemmo la stessa luce così bella e meravigliosa. In quell’epoca, erano già stati già alzati i muri perimetrali della chiesa. Non era stato ultimato il solaio ragion per cui la luce non si poté estendere per tutta la campagna bensì si concentrò nell’interno della chiesa ancora in costruzione, elevandosi verso l’alto e proiettando la sua luminosità verso il cielo. Tra le 60 persone presenti vi era una ragazza, la quale dall’età di dieci anni aveva perso l’uso della parola e dell’udito, diventando sordomuta. Detta ragazza aveva l’età di 26 anni. Un giorno ebbe modo di leggere qualcosa sui giornali circa gli avvenimenti successi a Jaddico. Essa desiderosa di visitare il Santo luogo, pregò i suoi genitori di accompagnarla. I genitori esaudirono il desiderio della loro figlia e insieme a lei assiduamente si recarono per tutto il mese di Maggio a pregare la Madonna. Una di quelle sere di Maggio la ragazza vide la Madonna e balbettando fece segno ai genitori, ma questi stupefatti pur volgendo lo sguardo verso il punto segnato col dito dalla ragazza non videro nulla. La sera del 27 maggio 1963 la ragazza che era presente insieme a tutti noi, quando Teodoro annunziò l’apparizione della luce divina ai presenti, contemporaneamente a lui ebbe la forza di gridare: “Ecco la Madonna”, a noi tutti si piegarono le ginocchia ed ognuno raccolto in se stesso invocava la grazia più desiderata.


Giorno 13 giugno 1963

Festa del corpus domini. Come già successo il 25 aprile dello stesso anno, Teodoro nel bel mezzo delle preghiere cominciò ad essere impaziente, cioè fuori di se, iniziò a sudare ed a barcollare tutto. Egli vide illuminarsi la chiesa e si sentì spingere innanzi da una forza soprannaturale che lo spingeva sulla schiena verso il muro della Madonna dove egli arrivò in un lampo senza poggiare piede alcuno. Nessuno dei presenti circa una sessantina vide l’illuminazione, però videro Teodoro balzare, sorvolando il terreno accidentato che lo separava dal muro della Madonna. Dopo circa 5 minuti visto che Teodoro non tornava, tutti noi siamo andati a raggiungerlo facendo un percorso differente da quello fatto da lui. Arrivati lì lo trovammo accasciato inginocchiato davanti al quadro della Madonna pregava piangendo. Noi tutti restammo stupefatti per ciò che videro i nostri occhi.


Giorni 11 o 12 Luglio 1963

La notte precedente a tale data Teodoro fece un sogno. Al mattino successivo raccontò ai famigliari e amici, che in serata ci sarebbe stato un grande temporale e si preoccupò che noi tutti provvedessimo a munirci di pesanti coperte. A tali sue parole, noi gli sorridemmo increduli in quanto in quel momento splendeva un meraviglioso sole. Giunta la sera mentre ci recavamo sul posto con la macchina, portando con noi alcune coperte, il tempo cominciò a guastarsi ed il vento sibilava forte. Appena giunti sul posto iniziammo le preghiere un po’ timorosi del tempo che già minacciava. Teodoro si trovava inginocchiato presso il quadro della Madonna e noi tutti eravamo riparati sotto la capanna di legno. Mentre pregavamo iniziò a lampeggiare fortemente con successione continua di lampi e tuoni che squarciavano il cielo illuminando intensamente tutta la zona che ci circondava. Sotto quell’infuriare ininterrotto e continuo vedevamo Teodoro tutto coperto dalla luce di detti lampi. Appena terminato il S. Rosario venne anche lui sotto la protezione di legno dove noi ci trovavamo per recitare le 15 Ave Maria. In quel momento iniziò a piovere con caduta di grossa grandine, per cui noi tutti spaventati ci rannicchiammo in un angolo della baracca di legno. Teodoro ci assicurava che non avevamo nulla da temere, e di mantenere la calma. Appena la grandine cominciò a diminuire di intensità ognuno cominciò a correre verso la propria macchina per fare ritorno a casa. L’indomani parecchie zone apparvero distrutte completamente dalla grandine caduta la sera innanzi e il giornale pubblicava che vi erano state due scosse di terremoto.

Intervista a Giuseppina Cassano Moglie di Teodoro D’Amici